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*** NEWS *** Mystic Loft

Trasformazione di una vecchia officina meccanica in un loft su due livelli totalmente open space.
L’ambiente totalmente rigenerato a livello di design gioca sulla dualità cromatica della cucina e del resto della zona giorno.

Il misticismo del colore Verde Inglese della zona living si sposa con il complementare rosa mattone chiaro della cucina, fondendosi con la matericità delle pavimentazioni in resina e dell’acciaio vivo.

Il caminetto centrale aperto su tutti i lati dona una centralità mistica all’ambiente, richiamando sensazioni boschive, dove il fuoco riesce a fondere gli esseri viventi con la natura che visivamente viene accompagnata all’interno del loft grazie alle ampie vetrate.

La pavimentazione in legno di rovere e gli arredi vellutati e morbidi vengono selezionati ad hoc per bilanciare lo stile e la freddezza delle resine e degli acciai.

La scala che conduce al livello superiore, progettata per narrare la simbologia dei tempi andati, va a ricordarci che un complemento di arredo può raccontare leggende e miti del folclore e del misticismo che da sempre l’uomo ha fantasticato assieme alla natura.

 

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*** NEWS *** Synthetic Cavern

La Synthetic Cavern è un progetto di interior design dove l’ortodossia modernista incontra la purezza e il naturalismo di un’ipotetica caverna contemporanea.
La grande scalinata preesistente a cui è affidata la centralità del piano terra totalmente open, viene rivisitata con linee sinuose e con un drygarden alla base.
Il caminetto in bioetanolo affiancato al grande sofa centrale, va a ricreare il tipico giaciglio igneo, elemento essenziale dell’architettura rupestre, ri-sintetizzato in chiave contemporanea.
Le colonne dell’abitazione vengono volutamente coperte da rivestimenti contenitivi, minimali e scuri, quasi a ricordare i contrafforti monolitici delle caverne.
Tutte queste caratteristiche dal design unico, aprono la vista al grande giardino a servizio esclusivo dell’abitazione, grazie alla creazione di nuove grandi aperture finestrate.

Gli arredi e il light design sono progettati per equilibrare il carattere naturalistico della scala, donando all’interior una pulizia formale e una importante caratterizzazione illuminotecnica.

La camera da letto come il bagno, total black, vanno anch’esse a riprendere la stilizzazione della caverna, anche qui il fuoco innestato alla parete come anche gli arredi dal design monolitico, reso tale grazie anche all’utilizzo delle resine, immergono i fruitori della Synthetic Cavern in uno spazio privato esclusivo e primigenio, unico nel suo genere.


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*** NEWS *** Gong Izakaya

Il progetto Gong – Izakaya segue un’elaborazione concettuale che va a teatralizzare un vicolo di stampo nipponico popolare.
Lo studio degli arredi tutti realizzati su misura da sapienti artigiani locali  e l’attenzione dei dettagli del design aspirano a restituire un frammento tipico dei sobborghi giapponesi.
Le bacheche del pesce che diventano i tavoli dove consumare ramen, gli impalcati di legno e i pannelli realizzati con materiali poveri ma autentici vengono immersi nel gioco di luci ed ombre del locale.
La luce forgia lo spazio, i tipici neon giapponesi sospesi a mezz’aria creano riflessi netti sulle lamiere e sui condotti di aerazione che a tratti vanno a rischiarare le zone oscure debolmente illuminate esclusivamente da luce blu indiretta che riproduce il velo lunare.
Il Contrasto cromatico dei caldi (affidate alle cromie sulla gamma dei magenta) e dei freddi (generate dalla luce blu indiretta tipica della notte) metaforizzano i contrasti dicotomici del locale.
La contraddizione tra la spiritualità del gong e degli arredi sacri in contrasto con i noren, i neon e le bacheche del pesce usate come tavoli, raffigurano la mondanità contemporanea che cerca la complementarietà tra l’autenticità caotica-popolare orientale, abbinata all’elegante-esclusività occidentale.

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Varie sfumature di Giappone – What’s Izakaya?

L’ultimo locale in ordine temporale progettato dal nostro studio, attualmente in fase di ultimazione, sarà un Izakaya, una tipologia autentica di locale giapponese ad oggi ancora inconsueta da trovare nella nostra penisola (eccetto alcune eccezioni). Oggi in attesa che il progetto venga terminato e svelato vogliamo descrivere le caratteristiche principali che contraddistinguono un autentico Izakaya da un generico locale giapponese.

Il termine izakaya deriva dalle parole “I” per sedersi e “sakaya” per negozio di sake, quindi il termine si traduce approssimativamente in “seduto nel negozio di sake”.

Gli izakaya sono però molto più di un semplice bar giapponese: in Giappone vengono tradizionalmente serviti piccoli piatti per godersi l’alcol, che non sono in alcun modo inferiori ai piatti dei ristoranti giapponesi in termini di qualità e aspetto. Qui i viaggiatori possono provare varie delizie culinarie e farsi un’idea della cucina giapponese.

Per poter provare quanti più piatti possibili, di solito vengono servite piccole porzioni, che vengono condivise tra loro. Pertanto, gli izakaya sono spesso indicati come “tapas bar giapponesi”. 
In origine erano dei ristoranti rustici molto piccoli, spesso non più grandi di un accogliente soggiorno. All’inizio si trovavano principalmente nei quartieri popolari. I lavoratori si incontravano lì per concludere la lunga giornata bevendo e mangiando insieme. La sensazione del soggiorno e l’intimità si riflettono anche nel togliersi le scarpe, cosa non insolita in una lunga serata nell’izakaya.

Un izakaya tradizionale reso celebre dai film di Kill Bill, ad esempio, si può ammirare a Tokyo: il Gonpachi Nishi Azabu in stile Edo (Kill Bill vol1 – massacro degli 88 folli).

Tokyo - Gonpachi Nishi Azabu
Scena Kill Bill Vol.1

Il bar giapponese Izakaya sta godendo di una crescente popolarità non solo in Giappone, ma anche a livello internazionale. Da New York City a Berlino a Sydney, i pub giapponesi stanno aprendo, sia in design rustico tradizionale che in varianti moderne.
Per quanto riguarda il nuovo locale da noi progettato non resta che aspettare qualche altro giorno per svelarlo.

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Amore per i Dettagli – gli schemi di posa (Parquet)

Nella scelta dei parquet spesso i progettisti e i proprietari degli immobili si interessano solo all’essenza del legno e del suo colore, senza tener conto di un’altra componente fondamentale, lo stile di posa!
Come diceva Leonardo Da Vinci “I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio”, per questo motivo non vogliamo tralasciare niente e condividere alcuni stili di posa che preferiamo valutare e utilizzare nelle nostre realizzazioni.
Ricordando che non esiste uno stile bello o brutto, trendy o demodé, ma esiste solo il giusto stile di posa e la giusta essenza per la giusta idea progettuale che vogliamo creare.

Definiamo la nostra lista da non considerarsi come rigida, poiché può essere estesa a fusioni tra stili di posa o nuove composizioni originali:

Posa a “Tolda di Nave” anche detta “all’Inglese” è la più utilizzata e quella che realizzerebbero i posatori se non hanno direttive specifiche dagli architetti o dai committenti. Consiste semplicemente nel disporre i listoni o le assi in legno sfalsandole tra di loro in modo irregolare.

Lo stile a Spina pesce si differenzia principalmente in due tipologie apparentemente simili, ma stilisticamente molto differenti.
Lo stile a “Spina Pesce Italiana” è consigliato in ambienti di dimensioni ridotte, possiamo ricorrere a questo schema per far percepire più ampi gli spazi.
Oltre ad abbinarsi bene con un ambiente classico e raffinato, questo tipo di posa contribuisce, grazie alla ripetizione simmetrica ed alle diagonali che si creano, ad impedire una perfetta percezione dello spazio e delle dimensioni degli ambienti in cui ci si trova. Per questo gli ambienti risulteranno più grandi. 
La spina pesce italiana può anche evolvere in spina pesce doppia o tripla.

 

La “Spina traversa” o “Spina Pesce Ungherese” si differenza da quella italiana perché il taglio di testa del listello è realizzato con un angolo di 45° in modo da infondere al pavimento un aspetto più dinamico e schiacciato nella prospettiva.
Può evolvere anche in “Spina Pesce Ungherese Chiusa”, o in “Spina Pesche Ungherese con Fascia”

 

Spina Pesce Ungherese

 

La posa a “Cassero regolare” è un sistema di posa che consente di disegnare geometrie molto regolari e moderne. In questo caso dovremo utilizzare assi a larghezza e lunghezza costanti, che solitamente vengono disposte nel senso della lunghezza così che tutti gli incastri di testa corrispondano, in modo da formare righe alternate nella mezzeria o in posizione costante rispetto alle liste della fila precedente.
Gli si può donare un po’ più di dinamismo variando sulla variante “Elle”.

 

Lo stile “Dritto Accostato” seppur poco utilizzato è uno dei nostri preferiti poiché riprende lo stile di posa delle imbarcazioni di lusso, contraddistinte da questa posa che, se fatta come si deve, richiede listelli stretti e molto lunghi (anche fino a 180 cm di lunghezza). In questo modo ogni asse viene affiancato alla precedente a comporre una fila che sarà poi parallela alla precedente e alla successiva.
Risulta poco utilizzato soprattutto per l’elevato costo delle doghe che devono essere selezionate vista la loro lunghezza e necessitano anche di più complessa cesellatura. Non consigliamo l’uso di questa posa, adattandola con doghe che non rispettano la sopra espressa descrizione.
Due varianti meno pure ma più dinamiche di questa posa sono  il “Dritto Sfalsato” e  “Dritta Accostata Incrociata”.

Posa dritta accostata

 

Dalla posa da noi definita “Dritta Accostata Incrociata” si può variare in una posa a se stante, molto usata in contesti classici, stiamo parlando della posa “A Quadri” che si ottiene incrociando le doghe  di uguale lunghezza e larghezza in cluster alternati ruotando la direzione delle doghe di 90°.

Lo stile di posa “A Scaletta” e “A Scaletta Doppia” ha la particolarità di poter essere abbinata e combinata con altri stili di posa. In genere possono essere create delle fasce in stile “a scaletta” per interrompere l’andamento di pose più regolari in grandi spazi, o nelle zone di passaggio tra stanze. Adatta anche per perimetrare ampie stanze con un arredo classico o comunque ricco di dettagli.

 

Posa in opera parquet con posa "a scaletta" (a bordo) mista alla posa "Spina Pesce Italiana" e "A Tolda di Nave" (sotto la zona finestrata) - crediti Cizeta Parquet

 

Infine possiamo anche descrivere alcune pose più complesse ma molto utilizzate.

La posa “A Canestro” prevede un intreccio tra dei listelli che incorniciano un esagono centrale.
Il disegno vuole ricordare le trame dei cesti intrecciati a mano nella tradizione veneta.

Lo schema di posa “A Cubo” riprende il classico pavimento di molte chiese rinascimentali ed affascina per la capacità di generare una tridimensionalità mutevole, in base a come lo si guarda. 
Dalla composizione di tre rombi, ripetuti simmetricamente, emergono dei cubi tridimensionali, resi ancora più realistici dal gioco di venature del legno.

L’elegante motivo “A Intreccio”, tipico dell’arte medioevale, viene reso contemporaneo in questo schema di posa. Una volta posati, rettangoli e quadrati, danno vita ad una illusione ottica: dei nastri di legno che si intersecano sovrapponendosi e poi infilandosi sotto ad altri nastri. 

Possono esistere numerosi anzi infiniti stili di posa, questi da noi descritti sono quelli maggiormente utilizzati e proposti nei nostri progetti (vedi altri stili di posa nelle immagini seguenti).
Quello che importa è non tralasciare la scelta della posa, che risulta fondamentale insieme alla scelta del colore e al tipo di essenza, per donare un aspetto coerente con l’intero progetto di design dell’interno.

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Medoc, design: Michele De Lucchi – Listone Giordano
Slide, design: Daniele Lago – Listone Giordano
Carlo Apollo e i suoi parquet "Artistici"

*** NEWS *** Angels’ Angle Loft

Angels’ Angle loft è un progetto di restyling interno di un appartamento posto sul miglior punto panoramico della città di Grottammare (Via Madonna degli Angeli).
il loft As’A si affaccia come una polena sul mare ad osservare tutta la riviera delle palme, per chilometri.
Una vista privilegiata che restituisce all’interno molteplici riflessi ed empiree sensazioni.
Per questo motivo si è deciso di emancipare la zona giorno creando un open space che libera ad aperture finestrate i due lati con la vista al panorama marino.
L’isola e le colonne della cucina minimale, compatte, ottimizzano al massimo lo spazio sfruttando ogni centimetro quadrato disponibile, liberando la zona living.
La zona notte e il bagno vengono divisi da porte a raso che si occultano con le pareti divisorie e con le sue cromie.
La camera da letto posta ad est è un gioiello architettonico, poiché vanta una doppia vista all’orizzonte marino e alla riviera.
A livello materico il legno d’acero fiammato, misto a cromie sulle tonalità del bianco antico, creano un ambiente molto luminoso e liliale, vivacizzato dalla sala tv che spicca con cromie tendenti al verde salvia, creando un’eleganza equilibrata e materializza cromaticamente la natura e la brezza marina che si respira nell’Angels’Angle Loft.

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*** NEWS *** Aion Luxury Suite

La nozione di Aion nell’ambito filosofico greco è il concetto del tempo assoluto, opposto a Chronos, che è il tempo in relazione alla vita umana.
Iconograficamente lo troviamo raffigurato come un uomo con la testa leonina, con uno scettro, una chiave ed un fulmine tra le mani, avvolto da un serpente che intorno al suo corpo compie 7 giri e mezzo, corrispondenti alle sfere celesti.

La luxury suite Aion, riprende il concetto del tempo assoluto che si percepirebbe in uno spazio edonistico ed empireo, progettato con il massimo design e con la ricerca del miglior confort che si possa donare in una Suite lussuosa con spa integrata.

Le cromie e i materiali tutti con inclinazioni liliali e legnose, vogliono valorizzare lo spazio di una ex grotta, tipica del tessuto edilizio del borgo medievale di Offida.
Il piano terra della suite si compone di una entrance, un salottino che fa da filtro alla grande sala della spa, con ampia vasca idromassaggio al centro, una doccia con cromoterapia e con una nicchia voltata dove verrà ospitata una sauna di design.

Il piano primo verrà riservato ad una camera da letto con un pavimento parzialmente vetrato per mostrare la sala della spa al di sotto di essa, e sempre al piano primo sarà adibita una stanza a cucina e sala da pranzo, tutto con un design in linea con il piano terra e dall’alto livello di dettaglio.

l’illuminazione studiata con l’interazione di faretti ad incasso sul pavimento, per la valorizzazione dei preziosi muri storici e strip led dal fascio più “moderno” abbinate alle pareti di teak.

Gli arredi unici, sono stati scelti per tradurre a livello di design il valore misterico dell’Aion.
Il divano Boa di Edra su tutti, posto nell’entrance va a raffigurare il serpente avvolto intorno all’uomo dalla testa leonina che impersonifica il tipico epicureo fruitore della luxury suite.

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La guerra del Nero e la proibizione del Rosa

Dopo aver fatto le nostre considerazioni sul “Nero” (leggi articolo: http://dahliastudio.com/nero/ ), oggi pubblichiamo un simpatico aneddoto, che il nero ha scatenato tra artisti di fama internazionale

Era il 2014 quando dalle pagine della rivista scientifica ACS-Applied Materials and InterfacesBen Jensen pubblicava il suo lavoro su Vantablack, l’allora materiale più scuro al mondo, in grado di assorbire il 99,965% della luce incidente.

Il Vantablack non nasce per scopi artistici, ma nasce come una sostanza prodotta dalla Surrey Nano Systems, sviluppata e brevettata dalla Nasa per scopi militari con prospettive di impiego nei settori aerospaziali e della difesa. Una sostanza che assorbe talmente tanta luce, tanto da impedire all’occhio umano di rilevare il tipo di ombre che aiutano il cervello a interpretare la forma di un oggetto: un pezzo spiegazzato di carta stagnola coperto con uno strato di questa vernice appare quasi completamente piatto.

Con la nascita di questo nuovo “estremo colore” entrò in gioco la figura di Anish Kapoor artista di fama internazionale, che nel marzo 2016 acquistò il brevetto del Vantablack, proibendone praticamente a tutti l’utilizzo.

Il fatto che lo studio di Kapoor fosse l’unico a poter usare questo nero creò molte polemiche nel mondo dell’arte: uno dei più critici fu l’artista britannico Stuart Semple che dichiaró:

Anish Kapoor è come quei bambini che alle scuole elementari non volevano condividere i colori con gli altri. E che presto finivano da soli e senza amici con cui giocare”. 

Oltre alla dichiarazione Stuart Semple decise di non stemperare la polemica, anzi rilanció, aprendo una vera e propria guerra del colore, commercializzando un nuovo colore estremo il Pinkest Pink, il rosa più rosa.

Ma attenzione: il colore di Semple poteva essere utilizzato da tutti, meno che da Kapoor. Anzi i clienti che sono interessati (tutt’ora) ad acquistare il nuovo colore sul sito di Stuart dovranno rilasciare una dichiarazione legale nella quale chiariscono che “non sono Anish Kapoor, non sono in nessun modo collaboratori di Kapoor, non stanno comprando il prodotto per Kapoor o in associazione con Kapoor”.

Fine della partita? 

Nemmeno per sogno!

A distanza di pochi giorni Anish Kapoor rispose sul suo profilo Instagram con una “semplice” foto del suo dito medio, immerso nel colore che gli era stato proibito… Il famigerato Rosa più Rosa.

Da qui nacque una vera e propria gamma di colori creata da Stuart Semple e proibita ad Anish Kapoor, gamma che comprendeva anche una versione ricreata del Vantablack, chiamato Black3.0, un acrilico nero molto opaco che comunque non superava il livello del Vantablack!

E allora alla fine da chi è stata vinta la guerra?

Noi diremo da entrambi, da Kapoor per aver ulteriormente rilanciato la sua fama artistica internazionale ma anche da Semple che ha cavalcato questa guerra per commercializzare massivamente la sua linea di colori (acquistabili facilmente sul suo sito)

Il vero estremismo del nero invece ha visto altri vincitori per lo meno fino ad ora!

Ad oggi, il primato che prima spettava a Vantablack, se lo aggiudica un nuovo materiale, ben 10 volte più scuro. Quest ultimo, per il momento denominato Blackest black, è costituito da nanotubi in carbonio allineati verticalmente (CNT) come Vantablack, ma cresciuti come fili d’erba su di un foglio di alluminio inciso al cloro. Blackest black è in grado di catturare al minimo il 99,995% di una qualsiasi luce incidente, ingannando la mente con una particolare illusione ottica.

In attesa di possedere e testare tutti questi colori, restiamo convinti che la vera guerra del nero non finisca qui!

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*** NEWS *** Pancake Flat (Interior Design)

Il pancake flat è un progetto di interni, di un nuovo appartamento inserito in una nuova realtà condominiale a Grottammare (AP).
Interior caratterizzato da un design pulito e candido, morbido nelle cromie e nei materiali ed arredi.
Lo studio del light design è stato ideato per riflettere l’armonia e la delicatezza dei suppellettili nello studio delle luci, così da optare per un impianto  principalmente  strutturato con strip led generanti luce diffusa, e alcuni pensili e luci puntuali con uno stile mite e funzionale.
Lo stile minimale e l’educazione cromatica hanno quindi generato un design confortevole, luminoso e mai noioso, capace di caratterizzarsi in base a chi vive la casa.

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*** NEWS *** Start Work A Casa da Angelo (Landscape Design)

Iniziano i lavori sulla collina del prestigioso relais A Casa da Angelo…
La trasformazione ha inizio, seguite il progetto e il cantiere su questo sito web e sulle nostre pagine social!

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*** NEWS *** Hard Meadow Loft (Interior Design)

Il progetto prevede la ristrutturazione integrale del piano primo, di un futuro loft immerso nel verde piceno.
La concettualizzazione della prateria nel disegno degli interni ha generato un ambiente dall’aspetto country con dettagli ed inclinazioni industriali cosi da rendere la linea naturalistica esterna, più moderna ed accattivante grazie alle contaminazioni industrial style.
Un “Hard Country” a tutti gli effetti che si materializza, oltre che sul design, anche sullo studio delle cromie che variano dalla gamma di verdi desaturati evocanti atmosfere  bucoliche ed equestri, fino ad arrivare alla scala dei grigi e dall’uso di metalli grezzi e corpi illuminanti tipiche dei loft industriali dove il reuse e lo shabby giocano un ruolo essenziale all’aspetto della linea stilistica finale.

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*** NEWS *** Virtual Reality Wild Country House

Nuovo tour virtuale disponibile nella sezione VR.
La Wild Country House sviluppata anche in realtà virtuale per far immergere i committenti nell’opera architettonica, prima ancora di averla costruita.
segui il link: http://dahliastudio.com/portfolio/wild-country-house-vr/
[vieni a testare la realtà virtuale nei nostri studi, ti aspettiamo]

…aspettando il metaverso Meta… https://about.facebook.com/meta/