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Vitruvio e la Personalizzazione Architettonica

Abbiamo spesso criticato lo stile modernista e i costanti richiami allo standard brutale.
Abbiamo spesso argomentato perché oggi, più che in passato, l’architettura ha bisogno di una ricerca  che risponda alla customizzazione, piuttosto che ai modelli industriali preconfezionati.

Oggi ribadiamo tutto ciò chiamando in causa Vitruvio e il suo De Architettura, analizzando un piccolo ma significativo passo del suo trattato (I Libro).

Quando Vitruvio parla delle sei categorie dell’architettura, esponendole una per una in modo dettagliato, si sofferma sull’ultima di queste, la distributio, dove palesemente  espone la sua visione architettonica in tema di personalizzazione.
Si afferra bene tra le righe di questo estratto del trattato, la sua idea nonostante i restanti libri non siano sempre chiari, criticati in passato da Leon Battista Alberi principalmente per il pedestre registro linguistico.

Il criterio di distributio è per noi fondamentale per ribadire la linea anti standard che caratterizzava nella gloriosa antichità, le opere che noi contempliamo ieraticamente oggi.

L’ultima frase riassume tutta la visione vitruviana riguardo la personalizzazione, che per noi è una caratteristica fondamentale nella progettazione architettonica; trascrivendo:
“Insomma occorre saper destinare a ciascuno il tipo di abitazione che meglio risponda ai suoi bisogni.”

Noi lo ripeteremo all’infinito che la diversità del contesto dove sorge l’opera architettonica (semplice residenza o opera pubblica che sia), e le diverse caratteristiche dei fruitori dell’edifico, implicano una progettazione che mai potrà essere creata in maniera seriale, con l’intento di accontentare tutti, perché gli ultimi decenni ci mostrano che accontentare tutti vuol dire soddisfare nessuno!
Gli unici che traggono profitto dalla pratica architettonica standardizzata sono gli stessi progettisti (architetti, ingegneri ecc) e i costruttori, che riescono a piazzare un prodotto con scarsa qualità e una superficiale ricerca architettonica.

Non possiamo e non dobbiamo puntare a piazzare e vendere le opere architettoniche standardizzate come fossero partite alimentari scadute, come ci insegnano le università e come ci hanno insegnato i maestri modernisti.

L’attuale crisi architettonica e urbanistica, delle periferie è stata generata principalmente da questo superficialismo architettonico.
Conoscere non solo le opere dell’antichità (viaggiando e visitandole direttamente) è importante, ma è altrettanto importante conoscere il criterio che le ha generate, così da donare ai nostri posteri le stesse bellezze che oggi contempliamo grazie ai nostri antenati.

 

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